Il Centro di studi per la storia del pensiero giuridico moderno è attivo ormai da oltre cinquant'anni nell'Ateneo fiorentino. Sorto su iniziativa di Paolo Grossi nel 1971 con vocazione per un'attività a largo raggio, prima di tutto sul piano interdisciplinare, è stato riconosciuto nel 1980 come "organismo scientifico specializzato, annesso alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze", e nel 2003 come "Centro di ricerca, trasferimento e alta formazione dell'Università degli Studi di Firenze". Il 21 ottobre 2022 il Centro è stato intitolato a Paolo Grossi. La sua sede storica è in Villa Ruspoli, Piazza Indipendenza 9.
Il Centro è in primo luogo un rilevante polo di ricerche storico-giuridiche (la Biblioteca per la storia del pensiero giuridico moderno, promossa e curata dal Centro, ha ormai superato il traguardo dei 100 volumi) ed è anche, e soprattutto, un comune banco di lavoro che mira a riscoprire l'unità fondamentale della scienza giuridica mediante l'individuazione di radici storiche lontane e vicine.
La vocazione al colloquio è dimostrata - oltre che dalla presenza nel Consiglio direttivo del Centro di cultori del diritto positivo accanto a storici del diritto - dall'apertura di tutte le iniziative a storici e giuristi interessati alla dimensione culturale del diritto. Cosi è stato da ultimo con l'incontro internazionale di studi su Storia e diritto: esperienze a confronto (Firenze, ottobre 2012). Il tema prescelto e i titoli delle singole sessioni - la prima dedicata allo stato dell'arte delle storiografie giuridiche nazionali in Europa e oltre l'Europa, la seconda alla relazione tra storia del diritto e scienza giuridica, la terza agli spazi e ai confini della storia giuridica oltre le storie nazionali -, la partecipazione come relatori di studiosi provenienti da diversi Paesi del mondo, hanno confermato la capacità del Centro di porsi come luogo di incontro a livello trans-nazionale.
I temi privilegiati dai Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno confermano il carattere interdisciplinare e transnazionale: da sempre la rivista ha privilegiato dimensioni che non esaurissero il loro interesse nell'esperienza italiana e che appartenessero per loro natura allo spazio sopranazionale, come la proprietà, la persona giuridica. Lo stesso si può dire per gli incontri di studio sulla Seconda Scolastica nella formazione del diritto europeo moderno, su Storia sociale e dimensione giuridica, sui Codici e la codificazione alla fine del secondo millennio e per i colloqui con gli storici del diritto dell'area ispano-portoghese e quella scandinava (gli atti sono tutti visibili in rete nella pagina dei Convegni). Da ricordare su questo piano anche la ricerca sulla "cultura" delle Riviste giuridiche italiane, che ha costituito un modello di progetto culturale da più parti imitato, secondo gli schemi metodologici proposti dal Centro.
Di quest'attività a largo raggio sono esempi significativi gli ultimi volumi monografici dei Quaderni (cui hanno partecipato studiosi, italiani e stranieri di storia del diritto, diritto positivo, filosofia politica, scienza della politica, sociologia): il volume 31 (2002) che si interroga, in chiave di comparazione diacronica sul costituirsi dell'ordine giuridico europeo e sui nessi di continuità e di discontinuità che lo legano alle diverse tradizioni nazionali; il volume 33/34 (2004/05) dedicato a L'Europa e gli "Altri". Il diritto coloniale fra Otto e Novecento; i volumi 36 (2007) e 38 (2009) dedicati rispettivamente al Principio di legalità e diritto penale e a I diritti dei nemici. Nella stessa dimensione di apertura e colloquio interdisciplinare si sono mossi anche i più recenti numeri monografici: Giudici e giuristi. Il problema del diritto giurisprudenziale fra Otto e Novecento (40/2011); Autonomia. Unità e pluralità nel sapere giuridico fra Otto e Novecento (43/2014); Giuristi e Stato sociale (46/2017); Il pluralismo giuridico: paradigmi ed esperienze (50/2021). I volumi dei Quaderni sono tutti visibili in rete (Indici).
Ultimo aggiornamento
06.02.2023